Siamo nel pieno del Carnevale e le cucine si riempiono ogni giorno dei profumi dei dolci tipici del Carnevale. Ogni regione italiana ha i suoi , legati a ricette antiche che hanno cavalcato i secoli giungendo sino a noi intatte. A volte la stessa ricetta presenta la stessa preparazione dappertutto, ma in ogni regione prende un nome diverso: è ilcaso delle frappe o chiacchiere. Parliamo del classico nastrino dorato, dalla superficie ricoperta di bolle d’aria e spolverato di zucchero a velo. Eppure da nord a sud potete trovarle con il nome di frappe, sfrappole, chiacchiere, bugie, lattughe e sicuramente ci saranno tanti altri nomi che non conosco. Ci sono poi le castagnole, che possono essere classiche oppure con l’impasto aromatizzato , oppure ripiene di golose creme e persino tuffate nell’Alchermes per la gioia dei più grandi. Ci sono bombe e bombette ricoperte di zucchero, tortelli ripieni di creme e ,da oltre oceano, arrivano i donuts: la versione ricoperta di glassa e zuccherini della classiche ciambelle o graffe .
Chi più ne ha , più ne metta. Il Carnevale è un periodo ricchissimo per quanto riguarda la produzione di dolci e ce ne sono per tutti i gusti. Ma,per quanto possano essere diversi nell’aspetto o a volte differire soltanto nel nome, una caratteristica è comune: SONO SEMPRE FRITTI!!!. Già… fatta eccezione per il Migliaccio, una fantastica torta di origine napoletana che si preparara con il semolino e la ricotta, per il resto i dolci di Carnevale vengono sempre tuffati nell’olio bollente.
Ti ho fatto venire l’acquolina in bocca nominando tutte queste prelibatezze? Dai uno sguardo al video qui sotto così magari ti faccio venire anche la voglia di prepararle
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Vi siete mai chiesti il motivo di questa scelta? Avete sempre pensato che fosse una coincidenza o un’usanza senza una spiegazione ben precisa. Beh,vi sbagliate. C’è in motivo per cui i dolci di Carnevale sono tutti fritti e la ragione affonda le sue radici nel lontano passato.
Un tempo, quando non c’erano i frigoriferi e i congelatori , gli alimenti venivano conservati sfruttando il freddo del periodo invernale. I prodotti stagionati, come gli insaccati perdevano naturalmente la loro umidità e si mantenevano anche con il sopraggiungere della primavera, alcuni alimenti venivano messi sotto sale, altri sott’olio per essere conservati. Ma per il lardo non c’era proprio soluzione, o meglio ce n’era soltanto una: utilizzarlo prima che arrivasse la primavera. Da quì l’usanza di consumare il lardo o strutto ,che di si voglia, friggendo a più non posso, prima dell’arrivo della quaresima e quindi dei primi tepori primaverili. Oggi non abbiamo più questa esigenza, ma le usanze culinarie fanno parte della nostra cultura e quindi continuiamo ad osservarle. Ma questo non ci dispiace affatto
Dunque Buon Carnevale e buona frittura a tutti
Cuoca Rita
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