Etichette alimentari : queste sconosciute.
Avete mai quantificato la bontà di quel che mangiate? Ne avete mai quantificato la salubrità ? L’articolo di questa settimana nasce da questa riflessione. Sempre più pazienti, terrorizzati dallo spauracchio del burro e dell’olio di palma, vivono nella convinzione che l’assenza di questi due elementi, renda meno nocivo il loro cibo, ignorando del tutto la presenza degli zuccheri semplici, ahimè, ugualmente dannosi.
Fare la spesa non è mai semplice,tanto meno accontentare tutta la famiglia e, perché no, risparmiare qualche euro. Se è vero che il cibo nasconde delle insidie è altrettanto vero che leggere attentamente le etichette può proteggerci da tali insidie. Le etichette alimentari rappresentano una vera e propria carta d’identità dell’alimento. Difatti devono ben indicare il nome e l’indirizzo del produttore e la nomenclatura con cui il prodotto viene venduto così da non creare confusione.
Come leggere le etichette alimentari ? Perché è così importante saperlo fare? Su quali cose bisogna principalmente focalizzarsi?
Leggere le etichette alimentari non è cosi arduo come sembra. Basta prestare attenzione ad alcune nomenclature, di seguito elencate.
1. La lista degli ingredienti
Gli ingredienti sono la parte più importante. Soprattutto, è bene sapere come gli ingredienti non vengano riportati in ordine casuale bensì in ordine di concentrazione, dall’ingrediente maggiormente presente a quello presente in minore quantità.
2. Additivi
Gli additivi alimentari sono sostanze deliberatamente aggiunte ai prodotti alimentari per svolgere determinate funzioni tecnologiche, ad esempio per colorare, dolcificare o conservare. Di questi, spesso nascosti dietro misteriose sigle, sei sono i principali da evitare:
Allergeni: in etichetta devono essere distinti dagli altri ingredienti. I più noti sono latte, cereali contenenti glutine, uova, soia, frutta a guscio. Ma anche i solfiti, riportati sul vino solo se superiori a 10 mg/l e utilizzati a volte per “correggere” la poca qualità della materia prima.
Edulcoranti: sostituiscono lo zucchero, hanno meno calorie ma garantiscono qualche problema in più per la salute. Ne sono un esempio l’aspartame (E 951), l’acesulfame K (E 950), il sucralosio (E 955).
Esaltatori di sapidità: il più noto è il glutammato di sodio(E621) aggiunto nei cibi per mascherarne i difetti di qualità. Sono fonte di possibili allergie, tra le quali la cosiddetta “sindrome da ristorante cinese”, caratterizzata da mal di testa, vampata e affaticamento.
Coloranti: sono usati per rendere i cibi attraenti. Ce ne sono di innocui, come curcumina e carotene o cocciniglia, e meno innocui, come il giallo chinolina (E104) e il rosso allura (E 129). Da evitare anche il biossido di titanio (E 171) e l’alluminio (E 173), usati nei dolci.
Conservanti: aiutano ad evitare la proliferazione dei microrganismi ma è bene non abusarne. E’ caso del nitrato di potassio (E 252), del nitrito di potassio (E 249) e del nitrito di sodio (E 250). Aggiunti nelle carni, fresche e insaccate, per evitare lo sviluppo del botulino e evitare che diventino grigie, una volta ingeriti, si trasformano in N-nitrosammine, una sostanza cancerogena. Per questo motivo ne è vietato l’uso nella produzione di diversi insaccati, come i prosciutti DOP.
Aromi: Ne esistono quasi 3.000 a disposizione ma nell’industria ne vengono riportati sono due, gli aromi di sintesi (identificati semplicemente con la dicitura “aromi”) e i naturali
3. Scadenza :
Vale soprattutto per gli alimenti che hanno date di scadenza breve come latte e yogurt.
La dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il …” è la data di preferibile consumo (o termine minimo di conservazione) fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà. In altre parole, se superiamo la data entro cui è “da consumarsi preferibilmente” il prodotto può ancora essere consumato in sicurezza, ma il produttore non ne garantisce più le proprietà organolettiche (per es. gusto, odore, ecc.). La dicitura “Da consumarsi entro il …” è invece il termine perentorio entro cui il prodotto deve essere consumato ed è obbligatorio per i prodotti altamente deperibili dal punto di vista microbiologico
4. Stabilimento di produzione:
Spesso uno stesso stabilimento produce per vari marchi, ma questi marchi vendono il prodotto a prezzi differenti. Ad esempio, potremmo trovare le olive in salamoia sia di una marca più nota così come di una sconosciuta, ma leggendo bene l’etichetta potremmo anche scoprirne la produzione nel medesimo stabilimento. Pertanto l’univa variazione significativa si ripercuote nella differenza di prezzo tra i due prodotti. In buona sostanza, possiamo dire che controllare lo stabilimento, a parità di prodotto, potrebbe farci risparmiare sul totale della spesa.
5.Tabella valori nutrizionali:
-Energie (kcal) : sono la quantità calorica fornita dal prodotto, tuttavia il minor apporto di calorie non ne implica necessariamente un beneficio, poiché possono essere costituite da soli zuccheri!!
A tal proposito ricordate l articolo sul indice glicemico e l’insulina? –
–Carboidrati in questo caso bisogna soffermarsi principalmente sulla sottocategoria “di cui semplici” , questi, in assoluto, devono essere più bassi possibili.
–Grassi anche in questo caso è opportuno soffermarsi nella sottocategoria “di cui saturi” e anche in questo caso più bassi sono meglio è, in particolare, se i grassi saturi sono di origine vegetale è meglio che non siano presenti affatto.
-Sodio stessa regola più è basso meglio è
-Fibra questa sostanza, invece ci fa bene, quindi se presente in buone quantità rende il prodotto di maggiore qualità.
Spero di esservi stata utili e come sempre per qualsiasi cosa sono a vostra disposizione.
La vostra amica/biologa nutrizionista
Eugenia Cortesi
eugenia86@hotmail.it
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